Dopo il primo atto del maggio scorso, proseguiamo la discussione su governo e contropoteri all’interno della rete di discussione che ha animato l’appuntamento dello scorso anno. “Governo e contropoteri. Conflitto e istituzioni nella trasformazione dell’ordine globale” (atto II) si terrà a Roma, presso Esc, sabato 13 maggio a partire dalle ore 17.

Governo e contropoteri | II atto
Conflitto e istituzioni nella trasformazione dell’ordine globaleRaccontando su Le Monde diplomatique gli scioperi in Vandea, Pierre Souchon, riporta l’esclamazione di Kamel, un dipendente Enedis: «facciamo con quello che abbiamo!» Diversamente dalle piazze, sempre strabordanti e ribelli, gli scioperi francesi sono, nell’adesione, meno rilevanti degli anni scorsi, soprattutto in alcune zone del Paese. Inflazione e crisi economica mordono, rinunciare a tante giornate di stipendio non è cosa facile; i più, nonostante l’entusiasmo e la simpatia per la lotta, sono spesso costretti a lavorare. Ciò nonostante, le attiviste e gli attivisti sindacali non hanno fin qui fatto un passo indietro, da mesi si continua a scioperare.L’esclamazione di Kamel è senz’altro lo slogan più adeguato alla fase drammatica che stiamo vivendo, soprattutto in Italia. La guerra ucraina, una vera e propria «guerra costituente» (definizione che ormai condividono anche i guerrafondai sfegatati), trasformerà l’ordine mondiale, frammentandolo; ma soprattutto cambierà l’Europa, tra dominio NATO e rinnovati autoritarismi. Come riconoscono i banchieri centrali meno dogmatici, l’inflazione europea non ha nulla a che fare con l’aumento dei salari, ma sta garantendo extraprofitti con rari precedenti negli ultimi 70 anni. Per quanto siano forti e importanti le lotte sindacali e sul salario in quasi tutta Europa (Francia, Germania, Spagna), in Italia continuano a prevalere paralisi e rassegnazione.La scommessa del seminario Governo e contropoteri, al suo II atto, è pensare le potenzialità del presente prendendo per buone le parole di Kamel. Non si tratta di negare il tratto catastrofico del nostro tempo (sia la catastrofe bellica, economica, ambientale), ma di cogliere nello stesso alternative e linee di fuga. Sforzo non ozioso, per chi sa che non c’è realismo senza utopia e, al contempo, utopia senza realismo.Sabato 13 maggio, dalle ore 17, presso ESC Atelier autogestitoIntroduce e modera: Francesco RaparelliRelazione di Giso AmendolaDiscutono: Laura Bazzicalupo, Carlotta Cossutta, Massimo De Carolis, Dario Gentili, Federica Giardini, Sandro Mezzadra, Tania Rispoli

A questo link è possibile rivedere la discussione dell’atto I, a cominciare dalla relazione introduttiva di Massimo De Carolis

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