Esce in questi giorni, per manifestolibri, il primo volume del Collettivo Euronomade.

Chi sono i Gilets Jaunes? Quali le prospettive di sviluppo, quali le dinamiche, quali le cause del movimento che sta sconvolgendo il panorama politico francese e mettendo in allarme l’Europa?

Al di là degli stereotipi e delle forzature giornalistiche, tutte concentrate sulla questione della violenza, il libro cerca di fornire una chiave di lettura degli eventi, inserendoli nel quadro della crisi politica contemporanea. Alla cronaca minuziosa dei punti alti delle mobilitazioni si affianca una panoramica delle analisi e delle riflessioni che hanno attraversato il mondo della cultura e della politica in Francia intorno all’emergenza dei Gilets Jaunes, un fenomeno nuovo ben distinto, nonostante i molteplici tentativi di strumentalizzazione, dall’ideologia e dalla pratica dei nazional-populismi che si sono diffusi in Europa negli ultimi anni.

Per leggere il movimento dei Gilets Jaunes si deve piegare l’analisi politica verso il basso e riscoprire, dentro alla crisi del neoliberismo, la struttura intimamente contraddittoria e conflittuale del capitalismo contemporaneo. Il filosofo direbbe: torna la lotta di classe. Solo da questo punto di vista diventa allora possibile studiare lo scivolamento repressivo della tecnocrazia, i tentativi di captazione elettorale dei partiti sovranisti e il balbettio delle forze sindacali classiche.

Accanto all’analisi il Collettivo Euronomade tenta, in questo volume, di individuare una tendenza. Da un sabato all’altro sedimentano pratiche e sperimentazioni, una economia morale della lotta – per dirla con E. P. Thopmson – che bisogna leggere in chiave affermativa: il contro-potere che il movimento ha sin qui esercitato può organizzarsi e determinare una situazione di doppio potere, in grado di riaprire la partita politica. Lo dimostra la generalizzazione progressiva della rivendicazione di base del movimento: dalla tassa sul carburante, attraverso le lotte e l’organizzazione dei ronds-points, emerge una forma inedita di claims contro l’aumento complessivo del costo della vita e quindi rivolta a chiedere dignità per tutte e per tutti. Non si tratta dunque, come è stato ampiamente notato, di rivendicazioni salariali classiche, o di una piattaforma sindacalizzabile. Qui è la generalità della cooperazione che pretende di accedere alla ricchezza prodotta. In tal senso la lotta dei Gilets Jaunes ha una portata politica immediata. Si tratta di passare dal contropotere, rivendicativo, al doppio potere, politico, dunque. Come si tratta di passare dall’elenco delle doléances corporative, alla richiesta di un salario sociale generalizzato sganciato dal lavoro.

Qui di seguito l’indice del volume:

Prologo:
Noi”, contro l’ordine sovrano (Marco Bascetta)
Analisi:
“Quel es gros payent gros et les petits payent petit”. Analisi incrociate sul movimento dei Gilets Jaunes (Marco Assennato)
Yellow is the New Red. Esercizio di lettura cromatica (Judith Revel)
I Cross Points della rivolta (Benedetto Vecchi)
Lotte di Classe in Francia:
 Cronache Francesi : 1. L’insurrezione; 2. Preistoria; 3. Macron ha parlato; 4. Un Contropotere?; 5. Un altro potere (Toni Negri)
Transizioni:
 The Making of the Digital Working Class. Capitalismo di piattaforma e lavoro digitale (Clara Mogno)
Il governo del fallimento (Michael Hardt)
Epilogo (provvisorio):
La musica del ’68. 50 anni di Repression Insensate. No Paris 2018: contort yourself (Fant Precario)

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