Pubblichiamo qui altri due report, in italiano e in inglese, dei respingimenti in Croazia e Bosnia Erzegovina. L’introduzione di Fabio Papetti alle interviste e il primo report sono disponibili qui.
ITALIANO
REPORT 6
“Quando hanno trovato una copia del Corano addosso ad uno dei minori, il poliziotto alto iniziò a gridare “che cos’è questo?”, picchiò il ragazzo, e poi buttò il Corano per terra, lo pestò con i piedi ed infine lo gettò nel fiume.”
Data e ora: 19 aprile 2019 00:00
Posizione: Veljum, Croazia
Coordinate: 45.252806, 15.545264
Respinti da: Croazia
Respinti in: Bosnia
Caratteristiche del gruppo: 3 persone, età 17, 17, 25, provenienti dall’Algeria
Coinvolgimento di Minori? Si
Violenza usata: pestaggio (con manganelli, mani e altro), distruzione di oggetti personali
Polizia coinvolta: 10 poliziotti croati (prima 2 in uniformi nere, poi 4 con camicie blu e pantaloni blu scuro, infine altri 4 con passamontagna). Un furgone bianco con la scritta “POLICIJA” blu scura. Sui lati.
Portati ad una stazione di polizia? No
È stata espressa la volontà di chiedere asilo? Si
Intervista condotta da: [Re:]ports Sarajevo
Dettagli dell’intervista
Il gruppo di 3 ragazzi (17, 17, 25 anni) ha iniziato il viaggio il 17 aprile. Hanno iniziato a camminare da Velika Kladusa (BE) e attraversato a piedi il confine croato. Dopo due giorni di cammino in Croazia, il gruppo ha raggiunto il ponte sul fiume Korana vicino Veljun (CR, coordinate approssimative 45.252806, 15.545264). qui sono stati raggiunti e fermati da due poliziotti i quali avevano nascosto la loro macchina sull’altra sponda del fiume. Indossavano uniformi nere.
Uno dei due poliziotti è stato descritto dall’intervistato come il più aggressivo dei due, alto, forte e calvo, ma non con il grado più alto. I due poliziotti hanno chiesto al gruppo di dargli soldi ed i cellulari che avevano. Dopo aver controllato sui cellulari la rotta che avevano preso i tre ragazzi, i due ufficiali hanno rotto i dispositivi. Hanno anche perquisito i tre membri del gruppo. Quando hanno trovato una copia del Corano addosso ad uno dei minori, il poliziotto alto ha iniziato a gridare “che cos’è questo?”, ha poi picchiato il ragazzo, e successivamente buttato il Corano per terra, pestato con i piedi ed infine gettato nel fiume.
I due ufficiali hanno poi chiamato un’altra pattuglia. Il gruppo ha poi chiesto asilo, ed i minori hanno reso nota la loro età urlando ai poliziotti “Mineur” ma i due ufficiali hanno risposto sarcasticamente “Si”, per poi ammanettarli e picchiarli con i manganelli sulle braccia e le ginocchia.
Dopo le percosse, un van bianco con la scritta “POLICIJA” su entrambi i lati è apparso ed i quattro poliziotti all’interno del van hanno preso custodia del gruppo. I nuovi arrivato indossavano delle camicie blu e dei pantaloni blu scuro. Al gruppo è stato detto di entrare nel van. Dopo circa 70 minuti di guida, il poliziotto alto e calvo ha fatto fermare il van ed ha aperto il portellone del veicolo, andando poi a chiedere nuovamente ai tre ragazzi di dargli i soldi che avevano. Questo ufficiale di polizia li ha seguiti per tutto il tragitto, fino ad arrivare al confine bosniaco, 15 minuti dopo il primo stop.
Al confine, il gruppo è stato fatto uscire dal van ed è stato picchiato da una squadra di 4-5 poliziotti, tutti aventi dei passamontagna. L’unico senza maschera era il poliziotto alto e calvo, il quale ha partecipato al pestaggio. Le borse dei tre ragazzi erano state nascoste sotto il van, così che quando questi fossero tornati indietro a reclamarle, sarebbero stati esposti ad ulteriori pestaggi. Dopo circa 5 minuti di ulteriori percosse, le borse sono state restituite ed il gruppo è stato lasciato libero. Hanno attraversato il confine con la Bosnia vicino Velika Kladusa. L’intervistato ha notato un cartello che segnalava l’attraversamento del confine. Dopo circa due ore di cammino, il gruppo è infine arrivato a Velika Kladusa.
REPORT 7
“Gli ho detto, no io sono mussulmana, e lui ha detto: non è un problema mio”
Data e ora: 13 maggio 2019, 5:00
Posizione: Vicino Sisak, Croazia
Coordinate: 45.4850767, 16.373115600000006
Respinti da: Croazia
Respinti in: Bosnia
Caratteristiche del gruppo: 9 persone, età: 6 mesi, 7 anni e tra i 24 ed i 35 anni. Paese d’origine: Palestina, Libano e Iraq
Minori coinvolti? Si
Violenza usata: minaccia armata, costretti a spogliarsi, distruzione oggetti personali, sequestro di oggetti personali.
Polizia coinvolta: 5 poliziotti dell’unità speciale croata
Portati ad una stazione di polizia: No
Trattamento alla stazione di polizia o in altro luogo di detenzione: Scattate foto, prese informazioni personali
È stata espressa l’intenzione di chiedere asilo? Si
Intervista condotta da: No Name Kitchen
Report originale
Il gruppo ha iniziato a camminare da Velika Kladusa intorno alla mezzanotte del 10 maggio. Dopo tre giorni di cammino nelle foreste, i 9 hanno tentato di attraversare una strada, ma in quel momento sono stati intercettati e bloccati da 5 poliziotti croati verso le 5 di mattina. I poliziotti indossavano ciò che l’intervistata ha descritto come uniformi simili a quelle delle forze speciali croate. Gli ufficiali hanno poi puntato le pistole ai membri del gruppo, intimandogli di fermarsi.
“Mio marito ha detto: Perché state facendo così? Siamo una famiglia, abbiamo un bambino, non potete fare così”
L’intervistata ha inoltre affermato di aver chiesto alla polizia di essere portati in un campo, in quanto il loro bambino si era ammalato durante il viaggio ed una donna del gruppo stava in condizioni di salute precaria a causa di un’operazione chirurgica che aveva avuto in Iran. Gli ufficiali sono sembrati accondiscendenti, ed hanno aggiunto che non ci sarebbero stati problemi. Poi, i poliziotti hanno perquisito i membri del gruppo, toccando solamente gli uomini, e togliendo a tutti i cellulari, soldi, sacchi a pelo e fornelli da campeggio. In aggiunta, ad uno degli uomini è stato detto di spogliarsi completamente per una perquisizione completa.
L’intervistata ha detto che i poliziotti hanno preso i loro nomi e fatto foto a tutti tranne che al bambino. Hanno poi detto alla persona intervistata di rimuovere la sua sciarpa per la foto, anche se lei ha affermato di non potere e non volere poiché musulmana:
“Gli ho detto: no io sono musulmana, e lui ha detto: non è un problema mio”
La stessa persona ha poi chiesto di registrare anche il bambino di 7 anni, visto che nessuno prendeva i suoi dati, ma è stata ignorata.
Poco dopo, l’altra donna del gruppo ha chiesto nuovamente di essere portata in ospedale poiché provava forte dolore dovuto all’infezione della cicatrice avuta durante la chirurgia in Iran. I poliziotti hanno ignorato la richiesta e hanno detto al gruppo di salire sul van della polizia. Sono stati trasportati per un’ora e mezza fino al confine con la Bosnia, dove i poliziotti hanno ordinato loro di scendere e di tornare in Bosnia.
A questo punto, il gruppo era esausto e non aveva conoscenza di dove fossero. Così, anche se era pieno giorno, hanno deciso di dormire per strada. Verso le 18, una coppia bosniaca che viveva nelle vicinanze li ha trovati e li ha invitati a casa loro, offrendogli cibo, latte e l’uso del bagno per una doccia. Tuttavia, la coppia ha poi spiegato al gruppo che quello che stavano facendo era illegale, e che il gruppo non sarebbe potuto restare lì.
Verso le 20, dopo che la coppia aveva indicato loro la strada per Velika Kladusa, il gruppo si è rimesso in cammino. Poco dopo, un uomo è passato loro davanti con la sua macchina e si è fermato di fronte a loro, dicendogli che avrebbe potuto chiamare un amico per venirli a prendere, se avessero voluto pagare. Le famiglie hanno accettato l’offerta ed hanno aspettato lungo la strada finché non è arrivata questa persona. Infine, hanno pagato 45 euro per essere portati indietro in città intorno alle 22.
ENGLISH
REPORT 6
“WHEN THEY FOUND A QUR’AN ON ONE OF THE MINORS, THE TALL POLICEMAN STARTED SCREAMING “WHAT IS THIS?”, BEAT THE OWNER, THEN THREW THE QUR’AN ON THE GROUND, STUMP ON IT AND FINALLY THREW IT IN THE RIVER.”
Date and time: April 19, 2019 00:00
Location: Veljun, Croatia
Coordinates: 45.252806, 15.545264
Push-back from: Croatia
Push-back to: Bosnia
Demographics: 3 person(s), age: 17, 17, 25 years old , from: Algeria
Minors involved? Yes
Violence used: beating (with batons/hands/other), destruction of personal belongings
Police involved: 10 Croatian officers (first 2 in black uniforms, then 4 in blue shirts and dark-blue trousers, then 4 with ski masks). One white van with dark-blue inscription “POLICIJA” on its sides
Taken to a police station?: no
Was the intention to ask for asylum expressed?: Yes
Reported by: [Re:]ports Sarajevo
ORIGINAL REPORT
The group of three men (aged 17, 17 and 25 years) started their journey on the 17th of April. They started from Velika Kladusa (BiH) and crossed the border to Croatia by foot. After two days of walking in Croatia, they reached a bridge over the Korana river near Veljun (HR, approximate coordinates 45.252806, 15.545264). Here they were apprehended by two policemen who had hidden their car on the other side of the bridge. They were dressed in black uniforms.
One of them was perceived as more aggressive and described as a tall, strong and bald man, but not considered a higher-ranked officer. The policemen asked the group for their money and their phones. They searched the phones for the route the group had followed and subsequently broke the phones. They also searched the three men. When they found a Qur’an on one of the minors, the tall policeman started screaming “What is this?“, beat the owner, then threw the Qur’an on the ground, stump on it and finally threw it in the river.
The policemen called another patrol. The group then asked for asylum and the minors declared their age by shouting “Mineur“, but the policemen answered “Yes” in a sarcastic way, handcuffed them and hit them with batons on their arms and knees.
After the beating, a white van with “POLICIJA” written in dark-blue letters on its sides arrived and four other policemen took charge of the group. They were wearing blue shirts and dark-blue trousers. The group was told to enter their van. After approximately 70 minutes of driving, the tall, bald policeman made the van stop, opened the back door and asked the group for their money again. This person followed the van until the border with Bosnia which they reached fifteen minutes later.
At the border, the group was taken out of the van and beaten by a squad of four or five people who had their faces covered by ski masks. The tall, bald policeman took part in the beating, too, with his face uncovered. The group’s bags were hidden under the van, so that they would come back to ask for them and expose themselves to the beating again. After 5 minutes of this, the bags were given back to them and the group was let free to go. They crossed the border with Bosnia in a location close to Velika Kladusa. The respondent noticed a border sign on the road they were walking on. After 2 hours of walking, they reached Velika Kladusa.
REPORT 7
Date and time: May 13, 2019 05:00
Location: Near Sisak, Croatia
Coordinates: 45.4850767, 16.373115600000006
Push-back from: Croatia
Push-back to: Bosnia
Demographics: 9 person(s), age: 6 months, 7, 24-35, from: Palestine, Iraq, Lebanon
Minors involved? Yes
Violence used: threatening with guns, forcing to undress, destruction of personal belongings, theft of personal belongings
Police involved: 5 Croatian special police officers
Taken to a police station?: no
Treatment at police station or other place of detention: photos taken, personal information taken
Was the intention to ask for asylum expressed?: Yes
Reported by: No Name Kitchen
The group started walking from Velika Kladuša at around midnight on May 10th. After three days of walking in the forest, while crossing a road, the group was stopped by five Croatian authorities at around 5:00 am on the 13th of May. they got caught, while crossing a road. The officers were wearing what the respondent described as uniforms similar to those worn by the Croatian Special Police.
The policemen pointed their guns at the group, ordering them to stop.
“My husband said: Why are you doing like this? We are a family, We have a baby, you can’t do it like this”
The respondent described that they requested the authorities to take them to a camp, claiming that their baby had gotten sick during their travels and that one of the women was in fragile health due to a previous surgery she had in Iran. The officers replied positively, agreeing and saying there was no problem. They then searched the group, touching only the men, and removing all phones, money, camping gas, and sleeping bags. In addition, one of the men was told to undress in order to have a full body search.
The respondent described that the policemen then registered their names and took pictures of everyone’s face but the baby’s. The officers ordered the female respondent to remove her hat for the picture, even after she said she did not want to due to her Muslim beliefs:
“I tell him, no I am muslim and he said: This is not my problem”
She also inquired why they were not taking pictures of her child and asked them to register him also, however the policemen ignored her.
The respondent described that later, the other female of the group asked to be taken to hospital because she was in pain, due to her infected surgery scar. The officers ignored the request and told the group to go inside the police van. They were driven by two policemen for one hour and a half until the Bosnian border, where they ordered the group to leave they vehicle and go back to Bosnia.
The respondent described that they were, at this point, exhausted and had no knowledge of their location. As a result they decided, even though it was day time, to sleep by the street. At around 6:00 pm, a Bosnian couple that lived nearby this location found them. The locals provided them food, milk and let them take a shower at their house. However they are not allowed to do this, having to after explain this to the group and telling them they could not stay there.
Around 8:00 pm, after being given directions on the way back to Velika Kladuša they restarted walking. The respondent then described that a Bosnian man who passed in front of them with his car, told them to stop, and that he could call a friend who would come and give them a ride if they wanted to pay. The families agreed and waited by the road, until this man showed. They ended by paying him 45 euros to be taken back to the city where they arrived around 10:00 pm.