Riprendiamo, in ore in cui la macchina dell’infamia e del depistaggio continua a girare a tutta forza, la lettera aperta sull’omicidio di Giulio Regeni, scritta dai suoi colleghi di ricerca. Il link originale all’appello, sottoscritto da oltre 4.500 accademici di tutto il mondo, è consultabile qui. La traduzione è a cura del sito di Effimera.
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Open letter of protest over the death of Giulio Regeni, forced disappearances and torture in Egypt
Open letter to Egyptian President Abdelfattah al-Sisi
To be offered to The Guardian and the Italian media for publication and sent to the Egyptian authorities via the embassies in London and Rome.
As members of the wider academic community of which Giulio Regeni was a part, we were deeply saddened to learn of his death. Our community has been enriched by his presence. We are diminished by the loss of a young researcher whose work tackled questions which are vitally important to our understanding of contemporary Egyptian society. Our thoughts go out first of all to his family and friends at this acutely painful moment.
We are appalled to hear prosecutors in Egypt report that there were extensive signs of torture on his body. Those of us who knew of Giulio’s disappearance before the discovery of his body were desperately concerned for his safety because he vanished in the midst of a security campaign which has resulted in mass arbitrary arrests, a dramatic increase in reports of torture within police stations, and other cases of disappearances, according to documentation by local and international human rights organisations. While we welcome the statement by Egyptian Ambassador to Italy, Amr Helmy, that the Egyptian authorities will fully investigate Giulio’s death, we note that according to Amnesty International, bodies reporting to the Egyptian Ministry of the Interior and the Egyptian Ministry of Defence routinely practice the same kinds of torture that Giulio is reported to have suffered against hundreds of Egyptian citizens each year.
We therefore call on the Egyptian authorities to cooperate with an independent and impartial investigation into all instances of forced disappearances, cases of torture and deaths in detention during January and February 2016, alongside any ongoing investigations by criminal prosecutors into Giulio’s death, in order that those responsible for these crimes can be identified and brought to justice.
Dr. Anne Alexander (University of Cambridge)
Dr. Maha Abdelrahman (University of Cambridge)
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Lettera aperta di protesta per la morte di Giulio Regeni, sparizioni forzate e torture in Egitto
Lettera aperta al presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi
Inviata a The Guardian e ai media italiani per la pubblicazione e alle autorità egiziane tramite le ambasciate di Londra e Roma
Come membri della comunità accademica di cui Giulio Regeni faceva parte, siamo rimasti profondamente colpiti e addolorati dalla notizia della sua morte. La nostra comunità si è arricchita con la sua presenza. Ora ci sentiamo privati dalla perdita di un giovane ricercatore il cui lavoro affrontava questioni che sono di vitale importanza per la comprensione della società egiziana contemporanea. Il nostro pensiero va prima di tutto alla sua famiglia e agli amici, in questo momento particolarmente doloroso.
Siamo sconvolti dal fatto che il pubblico ministero egiziano dichiari che ci sono stati ampi segni di tortura sul suo corpo. Coloro che erano a conoscenza della scomparsa di Giulio prima della scoperta del suo corpo erano assai preoccupati per la sua sicurezza, dal momento che è scomparso nel bel mezzo di una campagna di sicurezza che ha portato ad arresti arbitrari di massa, un drammatico aumento di casi di tortura all’interno di stazioni di polizia, e altri casi di sparizioni, secondo la documentazione delle organizzazioni locali e internazionali per i diritti umani. Mentre accogliamo con favore la dichiarazione dell’ambasciatore egiziano in Italia, Amr Helmy, secondo la quale le autorità egiziane indagheranno pienamente sulla morte di Giulio, notiamo che, secondo Amnesty International, reparti legati al Ministero egiziano degli Interni e al Ministero della Difesa egiziano sono usi a praticare la stesso tipo di tortura subita da Giulio contro centinaia di cittadini egiziani di ogni anno. Invitiamo pertanto le autorità egiziane a cooperare con un’indagine indipendente e imparziale in tutti i casi di sparizioni forzate, i casi di torture e morti in detenzione nei mesi di gennaio e febbraio 2016 e a collaborare a eventuali indagini in corso da parte dei magistrati penali sulla morte di Giulio, in modo che i responsabili di questi crimini possano essere identificati e assicurati alla giustizia.
Dr. Anne Alexander (University of Cambridge)
Dr. Maha Abdelrahman (University of Cambridge)