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A cura di SANDRO MEZZADRA

Le pagine di Mao che presentiamo di seguito sono tratte dallo scritto Perché può esistere in Cina il potere rosso?, del 1928. All’indomani della controrivoluzione che nel 1927 aveva posto fine al grande rivolgimento rivoluzionario avviato nel 1925 dal cosiddetto movimento del Trenta maggio a Shanghai, Mao si sofferma qui sulle condizioni di esistenza del “potere rosso” in una serie di piccole regioni cinesi. La sua analisi combina il riferimento a fattori di carattere strutturale (il carattere indiretto della dominazione imperialista in Cina e la divisione del “potere bianco”) con un’enfasi sull’accumulazione “soggettiva” di esperienza e mobilitazione rivoluzionaria nelle regioni in questione. Il “potere rosso” di cui si parla in questo testo si espanderà negli anni successivi, ad esempio con l’istituzione del Soviet dello Jiangxi 1931 e con la proliferazione di “basi rosse”, e diventerà anzi un elemento caratterizzante la “guerra di lunga durata” e la rivoluzione cinese nel suo insieme. Forma specifica del contropotere, l’esistenza e la dinamica del “potere rosso” distenderanno in Cina il dualismo di potere (bruciato in pochi mesi nella rivoluzione sovietica) lungo l’arco di un ventennio, contribuendo a rendere assolutamente peculiare l’esperienza rivoluzionaria cinese. La teoria del foquismo, adottata da molte guerriglie latinoamericane della seconda metà del Novecento sotto l’influenza dell’azione e degli scritti di Che Guevara, riprende non poche suggestioni – sia pure in condizioni molto diverse – dal discorso di Mao sul “potere rosso”.

Fonte: Mao Tse Tung, Perché può esistere in Cina il potere rosso? (5 ottobre 1928), in Id., Opere. Teoria della rivoluzione e costruzione del socialismo, a cura di S. Calamandrei e A. Illuminati, Roma, Newton Compton, 1977, pp. 41-49.

L’esistenza prolungata in un paese di una o alcune regioni sotto il potere rosso, completamente circondate dal potere bianco, è un fenomeno mai visto prima in nessun paese del mondo. Che un fenomeno così straordinario abbia potuto verificarsi è dovuto a ragioni particolari; perché sussista e si sviluppi occorrono anche determinate condizioni.

1. Questo fenomeno non può verificarsi in nessuno Stato imperialista, né in nessun paese coloniale che si trovi sotto il dominio diretto dell’imperialismo. Può verificarsi soltanto in un paese economicamente arretrato, semicoloniale come la Cina, che si trova sotto il dominio indiretto dell’imperialismo, e deve essere accompagnato da un altro fenomeno altrettanto straordinario: la guerra fra le diverse fazioni del potere bianco. Una delle caratteristiche della Cina semicoloniale sono le guerre continuate, senza interruzione, fin dal primo anno della Repubblica (1912), fra le diverse cricche di vecchi e nuovi signori della guerra sostenuti dagli imperialisti, e anche dai compradores, dai tuhao e dai liehshen. Questo fenomeno non si riscontra in nessuno Stato imperialista, né in nessuna colonia che si trovi sotto il dominio diretto dell’imperialismo, ma solo in un paese come la Cina, che si trova sotto il dominio indiretto dell’imperialismo. Le ragioni per cui si verifica questo fenomeno sono due: un’economia agricola di carattere locale (non un’economia capitalistica unica per tutto il paese) e la politica imperialistica di divisione e di sfruttamento della Cina, mediante la spartizione del paese in sfere di influenza. Le scissioni prolungate e le continue guerre nel campo del potere bianco hanno creato condizioni tali da permettere a una o alcune piccole regioni rosse, dirette dal Partito comunista, di costituirsi e sussistere all’interno dell’accerchiamento bianco. La regione di confine Hunan-Kiangsi sotto il regime indipendente è una di queste piccole regioni. Spesso, nei momenti difficili o critici, alcuni compagni dubitano che il potere rosso possa durare e diventano pessimisti. Ciò accade perché non hanno trovato la giusta spiegazione delle cause che hanno determinato la sua nascita e permettono la sua esistenza. Infatti, basta rendersi conto che le scissioni e le guerre nel campo del potere bianco si susseguono ininterrottamente, perché i dubbi sulla nascita, l’esistenza e il costante sviluppo del potere rosso si dissipino.

2. Le regioni in cui il potere rosso sorge prima e può lungamente esistere, non sono quelle che non hanno subito l’influenza della rivoluzione democratica, come il Szechuan, il Kweichow, lo Yunnan e le provincie del nord, ma quelle come lo Hunan, il Kwangtun, lo Hupeh e il Kiangsi che, durante la rivoluzione democratica borghese del 1926-1927, hanno visto possenti sollevamenti di grandi masse di operai, contadini e soldati. In molte zone di queste provincie era stata costituita una vasta rete di organizzazioni sindacali e leghe contadine, e la classe operaia e la classe contadina avevano condotto numerose lotte sia economiche sia politiche contro la classe dei proprietari fondiari, i tuhao e i liehshen, e la borghesia. Così a Canton poté sorgere il potere popolare che durò tre giorni, e nei distretti di Haifeng e Lufeng, nell’est e nel sud della provincia dello Hunan, nella regione di confine Hunan-Kiangsi e nel distretto di Haungan, provincia dello Hupeh, sorsero regimi indipendenti creati dai contadini. Per quanto riguarda l’attuale Esercito rosso, esso è nato dall’Esercito rivoluzionario nazionale che era stato politicamente educato in uno spirito democratico e si trovava sotto l’influenza delle masse operaie e contadine. Gli uomini dell’Esercito rosso non possono certo provenire da truppe come quelle di Yen Hsi-shan e Chang Tso-lin, che non sono mai state educate politicamente in tale spirito, né hanno mai risentito, sia pure in minima misura, l’influenza delle masse operaie e contadine.

3. Che il potere popolare in piccole regioni possa o no durare a lungo dipende dallo sviluppo della situazione rivoluzionaria su scala nazionale. Se la situazione rivoluzionaria in tutto il paese si svilupperà, allora la possibilità di una lunga esistenza delle piccole regioni rosse non può essere messa in dubbio: anzi, esse diverranno immancabilmente una delle numerose forze che ci assicureranno la conquista del potere in tutto il paese. Se invece la situazione rivoluzionaria nel paese non continuerà a svilupparsi e interverrà un periodo relativamente lungo di ristagno, allora le piccole regioni rosse non potranno esistere per un lungo periodo. Oggi, col protrarsi delle scissioni e delle guerre nel campo dei compradores, dei tuhao e i liehshen, e anche in seno alla borghesia internazionale, la situazione rivoluzionaria in Cina continua a svilupparsi. Perciò la possibilità della prolungata esistenza delle piccole regioni rosse non può dar adito a dubbi; anzi, esse continueranno a estendersi, avvicinando, passo a passo, il giorno in cui conquisteremo il potere in tutto il paese.

4. Condizione necessaria per l’esistenza del potere rosso è un Esercito rosso regolare sufficientemente forte. Con la Guardia rossa locale, senza un Esercito rosso regolare, si può tener fronte alle milizie familiari, ma non alle truppe bianche regolari. Perciò, anche con la presenza di masse operaie e contadine coscienti, senza forze armate regolari sufficientemente forti non si può assolutamente creare un regime indipendente e, tanto meno, garantire a esso una lunga esistenza e un continuo sviluppo. Per questo, la “creazione di un regime indipendente per mezzo delle forze armate degli operai e dei contadini” è un’idea estremamente importante, che deve essere profondamente assimilata dal Partito comunista e dalle masse operaie e contadine del territorio del regime indipendente.

5. La possibilità per il potere rosso di durare a lungo e di svilupparsi dipende da un’altra importante decisione, oltre quelle sopraindicate: che l’organizzazione del Partito comunista sia forte e la sua politica giusta.

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