Di ANNA FAVA e UGO ROSSI.
Ora che si è avuta notizia della giunta designata dal nuovo sindaco Gaetano Manfredi è tempo di parlare finalmente dei contenuti concreti dell’azione di governo. La nostra riflessione muove dalla constatazione del divario esistente tra l’enfasi posta sulla necessità di una transizione ecologica e l’effettiva portata innovativa delle azioni proposte. Napoli è un delicato ecosistema urbano e ambientale che necessita di un piano integrato di azioni capillari sul territorio. Tuttavia, vi sono priorità che a nostro avviso sono strategiche se si vuole imprimere una svolta reale alla città.
In primo luogo, è essenziale che la nuova amministrazione si ponga obiettivi precisi di riduzione delle emissioni di carbonio da conseguire nei prossimi anni, con una visione che guardi fino al 2050. In Europa e nel mondo, le città oggi sono in prima linea nel contrasto al cambiamento climatico. Le città dispongono di tecnologie, competenze e risorse sociali che consentono di mettere in campo iniziative volte a ridurre in modo sostanziale il carico di emissioni nocive, intervenendo nel campo della sostenibilità energetica, della mobilità e del turismo. In tal senso, è vitale che l’amministrazione assuma una linea di condotta trasparente e responsabile, indicando con precisione quali sono gli obiettivi di breve e lungo termine che intende conseguire.
Le altre due azioni che riteniamo strategiche discendono dalla prima appena illustrata. Una riguarda la mobilità. Il dibattito cittadino è ancora polarizzato intorno alla scelta tra pedonalizzazione e traffico automobilistico (ad esempio sul lungomare), mentre l’unica modalità di trasporto pubblico presa in considerazione è quella della metropolitana sotterranea. Sperimentare modalità sostenibili, a basso impatto ambientale e energetico, di trasporto collettivo è oggi una preoccupazione al centro dell’agenda di governo delle città più intraprendenti dal punto di vista ecologico. I tram elettrici, ampiamente presenti nella mobilità cittadina fino a tre o quattro decenni fa, sono una modalità di trasporto collettivo che oggi va rilanciata, come si sta facendo altrove, in particolare nei paesi scandinavi e di lingua tedesca.
Infine, il turismo o, per meglio dire, l’iper-turismo. Negli ultimi anni, come molte altre città del Sud Europa Napoli è stata investita dalla nuova ondata di turismo trainata da un lato dalla proliferazione di case vacanza (Airbnb e simili) e dall’altra dall’esplosione del traffico crocieristico delle grandi navi (1,3 milioni di passeggeri nel 2019). In città la presenza di turisti è concentrata nel centro storico, minacciando di snaturarne il profilo sociale e produttivo. Il fenomeno degli affitti brevi senza regole costringe alla fuga abitanti e attività commerciali destinate ai residenti. Inoltre, pone un grave freno all’economia urbana della conoscenza, perché studenti e lavoratori qualificati non trovano alloggi a prezzi accessibili. Come è stato già fatto in molte altre città, è urgente che Napoli si doti di un sistema di regolamentazione degli affitti turistici, razionale e condiviso dagli attori locali. Inoltre, nell’ottica di una riduzione drastica delle emissioni nocive nell’ambiente, non è più rinviabile la regolamentazione del traffico crocieristico. Dalle grandi navi oggi si originano sostanze inquinanti che impattano gravemente sulla salute dei cittadini e dell’ecosistema marino.
Azioni come quelle appena delineate sono al centro dei dibattiti e delle scelte politiche dei governi locali in Europa e nel mondo. La sostenibilità ecologica e sociale dello sviluppo urbano è il vero banco di prova del governo della nostra città negli anni a venire.
Questo articolo è apparso nell’edizione napoletana de La Repubblica il 27 ottobre 2021.