di YANIS VAROUFAKIS
Pubblichiamo il discorso che Yanis Varoufakis avrebbe dovuto pronunciare a un convegno sulla Palestina in Germania; il convegno è stato vietato dalle autorità, e dopo la pubblicazione del testo a Varoufakis è stato negato il visto d’ingresso in Germania. L’originale (in inglese) è qui. Il titolo è stato suggerito da Bifo sul suo blog.
Amici,
Congratulazioni, e grazie di cuore, per essere qui, nonostante le minacce, nonostante la polizia corazzata fuori da questo luogo, nonostante la panoplia della stampa tedesca, nonostante lo Stato tedesco, nonostante il sistema politico tedesco che vi demonizza per essere qui.
“Perché un Congresso palestinese, signor Varoufakis?”, mi ha chiesto di recente un giornalista tedesco? Perché, come disse una volta Hanan Ashrawi, “Non possiamo fare affidamento sul silenzio per parlare fra noi delle loro sofferenze.”
Oggi, è deprimente constatare che Ashrawi ha ancor più ragione di ieri: perché non possiamo affidarci ai silenziati che sono anche massacrati e affamati per parlare fra noi dei massacri e della fame.
Ma c’è anche un’altra ragione: perché un popolo orgoglioso, un popolo rispettabile, il popolo della Germania, è condotto lungo una pericolosa strada verso una società senza cuore, facendosi associare a un altro genocidio compiuto in suo nome, con la sua complicità.
Non sono né ebreo né palestinese. Ma sono incredibilmente orgoglioso di essere qui tra ebrei e palestinesi – per mescolare la mia voce per la pace e i diritti umani universali con le voci ebraiche per la pace e i diritti umani universali – con le voci palestinesi per la pace e i diritti umani universali. Stare insieme, qui, oggi, è la prova che la coesistenza non è solo possibile – ma che è qui! È già qui!
“Perché non un congresso ebraico, signor Varoufakis?”, mi ha chiesto lo stesso giornalista tedesco, che immagino sia intelligente. Ho accolto con favore la sua domanda.
Perché se un singolo ebreo è minacciato, ovunque, solo perché lei o lui è ebreo, io indosserò la stella di Davide sul mio risvolto e offrirò la mia solidarietà – a qualunque costo, qualunque cosa serva.
Quindi, cerchiamo di essere chiari: se gli ebrei fossero sotto attacco, in qualsiasi parte del mondo, sarei il primo a fare propaganda per un Congresso ebraico in cui registrare la nostra solidarietà.
Allo stesso modo, quando i palestinesi vengono massacrati perché sono palestinesi – sotto un dogma che essendo morti e palestinesi devono per forza essere stati di Hamas – indosserò la mia kefiah e offrirò la mia solidarietà a qualunque costo.
I diritti umani universali sono universali o non significano nulla.
Con questo in mente, ho risposto alla domanda del giornalista tedesco con alcune mie domande:
- Ci sono 2 milioni gli ebrei israeliani, che sono stati cacciati dalle loro case e tenuti in una prigione a cielo aperto 80 anni fa, tuttora tenuti in quella prigione a cielo aperto, senza accesso al mondo esterno, con cibo e acqua minimi, nessuna possibilità di una vita normale, di viaggiare ovunque, che sono stati periodicamente bombardati in questi 80 anni? No.
- Gli ebrei israeliani sono affamati intenzionalmente da un esercito di occupazione, i loro figli si contorcono sul pavimento, urlando di fame? No.
- Ci sono migliaia di bambini ebrei feriti senza genitori sopravvissuti che strisciano tra le macerie di quella che era la loro casa? No.
- Oggi gli ebrei israeliani vengono bombardati dagli aerei e dalle bombe più sofisticati del mondo? No.
- Gli ebrei israeliani stanno sperimentando un completo ecocidio di quella piccola terra che possono ancora chiamare loro, non un albero lasciato sotto cui cercare ombra o di cui gustare i frutti? No.
- Sono bambini ebrei israeliani sono uccisi oggi da cecchini per ordine di uno Stato membro dell’ONU? No.
- Oggi gli ebrei israeliani sono cacciati dalle loro case da bande armate? No.
- Israele combatte oggi per la sua esistenza? No.
Se la risposta a ciascuna di queste domande fosse sì, oggi parteciperei a un Congresso ebraico di solidarietà.
Amici,
Oggi, ci sarebbe piaciuto avere un dibattito decente, democratico e rispettoso su come portare la pace e i diritti umani universali per tutti, ebrei e palestinesi, beduini e cristiani, dal fiume Giordano al Mar Mediterraneo con persone che la pensano diversamente da noi.
Purtroppo, l’intero sistema politico tedesco ha deciso di non permetterlo. In una dichiarazione congiunta non solo la CDU-CSU o l’FDP, ma anche la SPD, i Verdi e, sorprendentemente, due leader di Die Linke, l’intero spettro politico tedesco ha unito le forze per garantire che un dibattito così civile, in cui possiamo essere d’accordo, non si svolga mai in Germania.
Dico loro: Voi volete farci tacere. Bandirci. Demonizzarci. Accusarci. Voi, quindi, non ci lasciate altra scelta che rispondere alle vostre ridicole accuse con le nostre accuse razionali. Voi avete scelto questo, non noi.
Voi ci accusate di odio antisemita: noi vi accusiamo di essere i migliori amici degli antisemiti equiparando il diritto di Israele di commettere crimini di guerra al diritto degli ebrei israeliani di difendersi.
- Voi ci accusate di sostenere il terrorismo: noi vi accusiamo di equiparare la legittima resistenza allo Stato dell’apartheid, alle atrocità contro i civili che ho sempre e sempre condannato, chiunque li commetta – palestinesi, coloni ebrei, la mia famiglia, chiunque. Vi accusiamo di non riconoscere il dovere del popolo di Gaza di abbattere il muro della prigione aperta in cui è rinchiuso da 80 anni – e di equiparare questo atto di demolizione del muro della vergogna, indifendibile quanto il muro di Berlino, ad atti di terrorismo.
- Voi ci accusate di banalizzare il terrore del 7 ottobre di Hamas: noi vi accusiamo di banalizzare gli 80 anni di pulizia etnica dei palestinesi da parte di Israele e l’erezione di un sistema di apartheid blindato in Israele-Palestina. Vi accusiamo di banalizzare il terrore senza precedenti scatenato dall’esercito israeliano sul popolo di Gaza, West Bank e Gerusalemme est.
- Voi accusate gli organizzatori del Congresso di oggi di essere, cito, “non interessati a parlare di possibilità di convivenza pacifica in Medio Oriente sullo sfondo della guerra a Gaza”. Dite sul serio? Avete perso la testa? Noi vi accusiamo di sostenere uno Stato tedesco che è, dopo gli Stati Uniti, il maggior fornitore delle armi che il governo Netanyahu usa per massacrare i palestinesi come parte di un Grande Piano per rendere impossibile una Soluzione a due Stati, e la coesistenza pacifica tra ebrei e palestinesi. Vi accusiamo di non aver mai risposto alla domanda fondamentale a cui ogni tedesco deve rispondere: Quanto sangue palestinese deve scorrere prima che la vostra giustificata colpa per l’Olocausto venga lavata via?
Siamo dunque qui, a Berlino, con il nostro Congresso palestinese perché, a differenza del sistema politico tedesco e dei media tedeschi, condanniamo il genocidio e i crimini di guerra a prescindere da chi li sta perpetrando. Perché ci opponiamo all’apartheid nella terra di Israele-Palestina, non importa chi ha il sopravvento – proprio come ci siamo opposti all’apartheid nel Sud America o in Sud Africa. Perché sosteniamo i diritti umani universali, la libertà e l’uguaglianza tra ebrei, palestinesi, beduini e cristiani nell’antica Terra di Palestina.
E per essere ancora più chiari sulle domande, sia legittime che maligne, dobbiamo essere sempre pronti a rispondere:
Condanno le atrocità di Hamas?
Io condanno ogni singola atrocità, chiunque sia il colpevole o la vittima. Ciò che non condanno è la resistenza armata a un sistema di apartheid concepito come parte di un programma di pulizia etnica che brucia lentamente, ma inesorabile. In altre parole, condanno ogni attacco ai civili mentre, allo stesso tempo, festeggio chiunque rischi la propria vita per ABBATTERE IL MURO.
Israele non è impegnato in una guerra per la sua stessa esistenza?
No, non lo è. Israele è uno Stato dotato di armi nucleari con forse l’esercito tecnologicamente più avanzato del mondo e la panoplia della macchina militare statunitense che ha le spalle. Non c’è simmetria con Hamas, un gruppo che può causare gravi danni agli israeliani ma che non ha alcuna capacità di sconfiggere i militari israeliani, o anche per impedire a Israele di continuare ad attuare il lento genocidio dei palestinesi sotto il sistema dell’apartheid che è stato eretto con il sostegno di lunga data degli Stati Uniti e dell’Unione europea.
Gli israeliani non hanno forse ragione di temere che Hamas voglia sterminarli?
Certo che lo hanno! Gli ebrei hanno subito un olocausto che è stato preceduto da pogrom e da un antisemitismo radicato che ha permeato l’Europa e le Americhe per secoli. È naturale che gli israeliani vivano nella paura di un nuovo pogrom se l’esercito israeliano cede. Tuttavia, imponendo l’apartheid ai loro vicini, trattandoli come sub-umani, lo Stato israeliano alimenta il fuoco dell’antisemitismo, sta rafforzando quei palestinesi e israeliani che vogliono solo annientarsi a vicenda e, alla fine, contribuisce alla terribile insicurezza che consuma gli ebrei in Israele e nella diaspora. L’apartheid contro i palestinesi è la peggiore autodifesa degli israeliani.
Che mi dici dell’antisemitismo?
È sempre un pericolo chiaro e presente. E deve essere sradicata, soprattutto tra le fila della sinistra globale e dei palestinesi che lottano per le libertà civili palestinesi in tutto il mondo.
Perché i palestinesi non perseguono i loro obiettivi con mezzi pacifici?
L’hanno fatto. L’OLP ha riconosciuto Israele e ha rinunciato alla lotta armata. E cosa hanno ottenuto? Umiliazione assoluta e pulizia etnica sistematica. Questo è ciò che ha nutrito Hamas e ha elevato gli occhi di molti palestinesi come unica alternativa ad un lento genocidio sotto l’apartheid di Israele.
Cosa si dovrebbe fare ora? Cosa potrebbe portare la pace in Israele-Palestina?
- Un cessate il fuoco immediato.
- La liberazione di tutti gli ostaggi: quelli detenuti da Hamas e le migliaia detenuti da Israele.
- Un Processo di Pace, nell’ambito delle Nazioni Unite, sostenuto da un impegno della Comunità Internazionale per porre fine all’apartheid e salvaguardare le pari libertà civili per tutti.
- Per quanto riguarda ciò che deve sostituire l’apartheid, spetta a israeliani e palestinesi decidere tra la soluzione a due Stati e la soluzione di un unico Stato laico federale.
Amici,
Siamo qui perché la vendetta è una pigra forma di dolore.
Siamo qui per promuovere non la vendetta ma la pace e la coesistenza in Israele-Palestina.
Siamo qui per dire ai democratici tedeschi, compresi i nostri ex compagni di Die Linke, che si sono coperti di vergogna abbastanza a lungo; che due torti non fanno uno giusto; che permettere a Israele l’impunità verso i crimini di guerra non renderà migliore il retaggio dei crimini della Germania contro il popolo ebraico.
Al di là del Congresso di oggi, abbiamo il dovere, in Germania, di cambiare l’ordine del discorso. Abbiamo il dovere di convincere la stragrande maggioranza dei tedeschi onesti là fuori che i diritti umani universali sono ciò che conta. Che mai più significa mai più. Per chiunque: ebreo, palestinese, ucraino, russo, yemenita, sudanese, ruandese – per tutti, ovunque.
In questo contesto, sono lieto di annunciare che il partito politico tedesco MERA25 di DiEM25 sarà sulla scheda elettorale nelle elezioni del Parlamento europeo il prossimo giugno – cercando il voto degli umanisti tedeschi che chiedono un membro del Parlamento europeo che rappresenti la Germania e chieda la cessazione della complicità dell’UE nel genocidio: una complicità che è il più grande dono dell’Europa agli antisemiti in Europa e oltre.
Vi saluto tutti e suggerisco di non dimenticare mai che nessuno di noi è libero se uno di noi è in catene.
(traduzione di Girolamo De Michele)