Di CLARA MOGNO
Ho avuto la fortuna di conoscere Toni in uno dei momenti più complicati della mia vita. Ero a Parigi, molto triste, imprigionata da mille paure e senza una strategia per riuscire ad uscirne. Mi ricordo la prima telefonata, una mattina di ottobre, nel salotto dell’amica che mi ospitava: “Ciao Clara, sono Toni. Toni Negri”, e la mia risposta, timida, e tanto impacciata.
Ho cominciato a vederlo due, tre volte a settimana per qualche ora a casa sua, lui seduto sulla poltrona in pelle con la lampada blu che illuminava i fogli gialli, bellissimi, inondati da un inchiostro blu, come tante piccole onde, e io davanti a un computer, che mi sforzavo di essere il più veloce e precisa possibile (e quanti refusi che facevo all’inizio!).
Arrivavo la mattina alle 10, ancora intorpidita da un sonno che sembrava non finire mai, e mi chiedevo come fosse possibile che io, a 25 anni, avessi così poca energia in confronto a Toni, che ne aveva cinquanta e passa più di me. Ma poi ho capito: l’energia di Toni era davvero ineguagliabile.
Quelle mattine sono state la mia salvezza (e non ti ho mai ringraziato abbastanza, Toni!) perché alla fine la sua energia era contagiosa, permeava tutto, e ti si infilava sotto la pelle lasciandoti immaginare che tutto sarebbe stato possibile, che tutto poteva cambiare, che tutto si poteva fare. Bastava organizzarsi e creare, esplorare, avventurarsi nel nuovo con passione, fantasia, libertà e amore.
Era un’energia che apriva gli occhi, e che mi faceva uscire da casa sua con lo sguardo trasformato: quelle risate, con i suoi occhi che si facevano piccoli, spalancavano i miei e mi regalavano la possibilità di immaginare e di costruire tutto di nuovo.
Ci siamo rivisti a ottobre, fino a qualche giorno fa. Bisogna scrivere libri importanti, mi dicevi, e bisogna ricominciare la rivoluzione, perché stiamo perdendo su troppi fronti. E hai proprio ragione, bisogna trovare il modo per farlo, dobbiamo scrivere “libri importanti” e trovare una strategia per rivoluzionare tutto, perché ci sono troppe ingiustizie in questo mondo.
Ti chiedevo come fare, e ci rispondevamo che un modo, comunque, si sarebbe trovato. Ti rispondevo che ci avremmo provato, e che poi se si sbagliava pazienza, non si ha niente da perdere, e poi va così, no? Si prova, magari si sbaglia, ma poi ci si riprova. È questo quello che ho imparato, Toni. Perché non bisogna avere paura, ma tanto coraggio per cambiare il mondo, e non succede niente se non si fa niente.
È questo che dobbiamo continuare a fare. Dobbiamo scrivere libri importanti, dobbiamo riorganizzare la lotta su tutti i fronti. Non lo so, Toni, se ci riusciremo, però ci proviamo, promesso.
Grazie per avermi insegnato a non avere paura di sbagliare, per avermi insegnato che cos’è il coraggio, per avermi insegnato ad assaporare la libertà e la lotta. Grazie Toni per tutto l’amore, per tutti i sorrisi, per tutta la tua potenza, per tutto il tuo lavoro, per tutta la tua energia, per tutta la tua voglia di cambiare il mondo. Portiamo tutto con noi. Ciao