8M 2018 Milano – da #stregate#smutandate

Non vogliamo più lavorare gratuitamente per nessuno.
Siamo per la fine del lavoro e finché non conquisteremo la piena automazione dei lavori senza gioia e un reddito universale d’esistenza, rifiutiamo apertamente tutta la mole di lavoro gratuito che svolgiamo ogni giorno:
Prometto che, laddove il mio stipendio sarà inferiore a quello del mio collega maschio, uscirò prima dall’ufficio.
Se userò i miei profili social per promuovere l’azienda dove lavoro, mi farò pagare il giusto corrispettivo.
Se mi imporranno di sorridere forzatamente, mi farò pagare un sovrapprezzo di muscolo.
Prometto che non risponderò alle chat del capo fuori dalle ore di lavoro concordate.
Se mi chiederanno di portare i caffè in riunione, ognuno di questi costerà un euro come al bar.
Prometto che ogni ora di lavoro di cura svolto in casa, corrisponderà a un’ora di lavoro in meno in ufficio, in fabbrica, sui social media, in strada.
Se la pubblicità tenterà di convincermi che il ferro da stiro, il trucco, le bambole e il supermercato sono cose che mi appartengono, me le farò regalare.
Prometto che monetizzerò la pennichella affinché il mio riposo sia ben retribuito.
Prometto che a ogni fischio, occhiata e palpatina per strada, sarà richiesta una somma di denaro con posta certificata.
Prometto che quando verrà negato il mio diritto a godere, monetizzerò la mia prestazione.
Se qualcuno mi imporrà di spiegare il perché sta agendo violenza nei confronti miei o di una delle mie sorelle, sarà costretto a versare un corrispettivo in denaro del tempo che io spendo per il tempo che lui non ha speso.
Prometto che ogni razzista, nazionalista e fascista bianco pagherà tutto ciò dieci volte tanto e non riceverà né godimento né figli dal mio corpo.
Prometto che userò il mio privilegio bianco per allearmi alle persone di colore e alle persone queer di colore, rifiutando la pratica coloniale della svalutazione economica ed emotiva.
Prometto che spiegherò perché oggi, in tutto il mondo, le donne e le soggettività lgbtqi+ vogliono scioperare, ma per ogni ora chiederò una trentina di euro netti.
E’ attraverso questo rifiuto, questi rifiuti, questo sciopero, questo processo inevitabile di smascheramento e di visibilizzazione, che più velocemente raggiungeremo ciò che ci spetta: il superamento del lavoro, il superamento della divisione sessuale del lavoro, il superamento della violenza nei posti di lavoro e, infine, il superamento della violenza economica che ci trattiene dentro a relazioni violente che non praticheremmo mai, se solo avessimo le condizioni materiali per scegliere.
Vogliamo la redistribuzione delle ricchezze; vogliamo un corrispettivo economico per tutto il lavoro di cura svolto; vogliamo paghe oneste; vogliamo vacanze pagate; vogliamo welfare; vogliamo lavorare meno; vogliamo la piena automazione dei lavori senza gioia; vogliamo rispettare le macchine che libereranno il nostro tempo; vogliamo vivere e non sopravvivere; vogliamo la fine della violenza patriarcale, vogliamo un reddito universale.
Vogliamo la luna, noi siamo le streghe.

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